Per una visione unitaria e integrata
della letteratura dell’arte e della conoscenza
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Per una visione unitaria e integrata della letteratura dell’arte e della conoscenza
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Roberto Maggiani è nato a Carrara nel 1968, dal 2001 vive a Roma, dove insegna. Laureato in Fisica all’Università di Pisa, ha conseguito un Master in Scienza e Tecnologia Spaziale all’Università Tor Vergata di Roma; si è occupato di divulgazione scientifica, con articoli pubblicati su rivista, e del rapporto tra poesia e scienza.
Tra le sue opere in versi, si segnalano: Sì dopo sì, Edizioni Gazebo, 1998; Forme e informe, Edizioni Gazebo, 2000; L’indicibile, Fermenti Editrice, 2006; Angeli in volo, Edizioni L’Arca Felice, 2010; Scienza aleatoria, LietoColle, 2010; Navigazioni incerte, LaRecherche.it, 2011; Nella frequenza del giallo, LaRecherche.it, 2012; Spazio espanso, LaRecherche.it, 2013; La bellezza non si somma, Italic, 2014; Marmo in guerra, Edizioni la Grafica Pisana, 2014 (con fotografie di Paolo Maggiani); Angoli interni, Passigli, 2018.
In prosa: L’ordine morale del Paradiso, LaRecherche.it, 2015; Affinità divergenti, Italic pequod, 2018.
Di saggistica: Poesia e scienza: una relazione necessaria?, Edizioni CFR, 2011.
Tra le antologie curate si segnala: Quanti di poesia, Edizioni L’Arca Felice, 2011.
Sue poesie, articoli, traduzioni dal portoghese e interventi critici sono stati pubblicati su varie riviste e antologie. In particolare, si segnalano le seguenti traduzioni di poesie dal portoghese, curate per Il ramo e la foglia edizioni: Poco allegretto, Manuel de Freitas, 2021; Il giardino di Sophia, Sophia de Mello Breyner Andresen, 2022.
La sua opera poetica ha ricevuto vari riconoscimenti.

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È Presidente e giurato del Premio Letterario Nazionale "Il Giardino di Babuk - Proust en Italie".
È stato Presidente della XXIX edizione (2019) e della XXX edizione (2020) del Premio Letterario Internazionale "Città di Pomezia" per opere inedite in lingua italiana.
È giurato del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica promosso dall’Associazione italiana del libro, patrocinato dal Cnr e dall’Associazione italiana per la ricerca industriale (Airi).

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Questo sono…
…uno scienziato, un uomo di scienza, che ricerca la conoscenza, in una parola sono un ricercatore; come quelli che, forniti di setaccio, si inerpicano per ripide montagne e pericolose foreste alla ricerca delle “pepite d’oro” della natura, dell’universo, della vita.

Ho studiato fisica nucleare e uso la matematica per cercare di capire i segreti del Cosmo, ma non sono un ricercatore da borsa di studio presso qualche prestigioso centro di ricerca, e neppure sto seduto dietro cattedre universitarie più o meno fantasiose; non sono nemmeno di quelli che possano vantare un curriculum con pubblicazioni importanti, disseminate di parole incomprensibili; non attendo, fino allo sconforto, nelle periferie dei centri accademici, nell’attesa che qualcuno apra porte di palazzi dai quali possano uscire idee e conoscenze profuse con scalpore e grande propaganda. Nonostante questo ricerco, ed insegno a ragazzi che non capiscono il motivo del loro studiare, e hanno ben ragione a non capirlo, perché motivo non c’è, lo studio, la conoscenza, la ricerca, sono gratuiti, sono un atto di generosità che bisogna fare a se stessi.

Sono uno scrittore, un poeta, e ancora un ricercatore, uso la parola per indagare e ipotizzare, proporre, ascoltare, interagire con l’universo, per estrarre dal nulla-pieno dell’essere delle cose la linfa vitale, il loro essere e dover-essere, da fissare come su una fotografia non chiara, sfocata, un po’ ridicola, volutamente resa mossa, poiché la realtà è movimento e la stasi è complessa, irrealistica, i nostri pensieri si evolvono, i nostri corpi cambiano, i colori svaniscono e si rinvigoriscono. Come nell’eterno alternarsi tra giorno e notte, il futuro si trasforma in presente e poi in passato, nell’illusione del tempo che, sì, non esiste.

Sono un ballerino di tango e non parlo molto, e ancora sono un ricercatore e uno scrittore, un poeta, e scrivo le mie poesie, di dolore e gioia, sulle pagine di pavimenti nel buio delle milonghe: lascio segni invisibili, graffiti che evaporano appena dopo la loro scrittura e subito dopo riscritti a ripetizione, all’infinito, nell’infinita varietà di un gioco con la musica e il silenzio.

Amo la vita e lascio liberi i pensieri, ho scelto di essere cristiano perché così è stato, ho avuto il dono della fede e non è retorica il dire che si sta bene con essa, con la persona di Gesù. Rispetto il pensiero degli altri come parte della mia fede, non penso che l’agire e il pensiero del mio prossimo possano intaccare i valori in cui credo e per questo non amo il proselitismo ma anzi adoro la diversità spirituale e culturale; non faccio lotte di nessun tipo e credo nell’individuo e non penso che le masse abbiano un cervello degno di nota.

Sono innamorato e auguro a tutti di esserlo.
Roberto

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